Nuova Mazda CX-3

Test Drive

Vi sono giorni in cui il mondo intero sembra soccombere alla malinconia indotta da un cielo plumbeo, le cui nuvole gonfie e minacciose altro non aspettano che riversare ettolitri d’acqua sulla tua strada, impedendoti di fare ciò che avresti voluto poterti godere con un bel sole, avvolto da una luce che ti consentirebbe di ricordare la giornata che vivrai nella migliore cornice possibile.

Quando poi, questi giorni cupi, coincidono con le occasioni che aspetti da tanto tempo e che speri di avere la possibilità di sfruttare pienamente la situazione è ancora più triste, ma chi si lascia sopraffare dallo sconforto sbaglia perché, talvolta, la fortuna o il fato possono fare delle piacevolissime sorprese.

Mercoledì di buon’ora sono pronto ad affrontare la strada che mi porterà da Padova a Milano per svolgere il mio test a bordo della Mazda CX-3, grazie alla splendida opportunità concessami da Safe-Drive.it e dai suoi partner che hanno selezionato il mio nominativo per la loro iniziativa “Tester per un giorno”; potrò infatti vestire i panni di un giornalista automobilistico descrivendo le qualità ed esprimendo le mie opinioni sull’auto in prova.

Lungo tutto il tragitto il cielo minaccioso non accenna a mutare, e se lo fa è solamente per regalare qualche scroscio impetuoso alternato da una costante pioggerella che credo condannerà me e la troupe a ripararsi in chissà quale angolo per registrare le riprese video.

Arrivato a Milano lo staff di Safe-Drive mi accoglie con cortesia e mi porge subito la chiave della rossa Mazda CX-3. Partiamo alla volta di Imbersago, caratteristica località lecchese dove registreremo la prova della “piccola” Mazda e, percorrendo il nostro tragitto, le nuvole dapprima lasciano intravedere uno scorcio di cielo azzurro per poi lasciare a questo sempre più spazio, permettendogli di regalarci addirittura qualche raggio di sole che mai in una giornata come questa, nella quale ho percorso mezzo nord Italia sotto la pioggia, avrei pensato di poter ammirare.

Arrivati a destinazione ho finalmente il tempo di osservare con più attenzione la vettura e mi accorgo meglio di quanto la sua linea sia esteticamente gradevole.

Mazda ha sempre avuto il grande pregio di far emozionare grazie alle caratteristiche delle proprie vetture. Negli anni ’80 e ’90 ha regalato agli appassionati della bella guida due auto che resteranno negli annali dell’automobilismo di tutti i tempi: la piccola ed equilibrata MX-5 (Miata per gli amici) e la rivoluzionaria (è proprio il caso di dirlo) RX-7 con motore rotativo Wankel a doppio rotore biturbo.

In epoca recente queste auto sono state forse i due esempi più eclatanti di cosa è capace di fare la casa di Hiroshima dal punto di vista tecnologico, del piacere di guida e di gradevolezza del design.

In merito a quest’ultima caratteristica però, quanto detto è valso fino al 2010, anno in cui Mazda ha fatto un regalo non solo ai suoi potenziali clienti ma a tutti quelli che, nel mondo, hanno l’ambizione di considerarsi esteti o, quanto meno, amano ammirare in ogni cosa li circondi la piacevolezza delle forme e delle proporzioni: in una parola, amano la bellezza.

In quell’anno Mazda presenta la concept car Shinari, con la quale inaugura un linguaggio di design denominato KODO (soul of motion) che concettualmente si ispira all’atto motorio del mondo animale ed umano (in contrapposizione alla precedente corrente di design “Nagare”, che si ispirava ai flussi della natura) in cui la muscolatura, nella fase precedente al moto, si raccoglie trattenendo quell’energia che di lì a poco tramuterà in movimento. Questo design vuole quindi rappresentare il momento precedente a quando l’energia da potenziale diviene cinetica, e Mazda esprime tale concetto con linee decise ma allo stesso tempo morbide, muscolose ma sinuose nel loro vestire i volumi delle vetture che lo utilizzano. Dal 2010 il KODO design è stato declinato su molti altri concept e su altrettante vetture di serie, ed ha fatto incetta di premi da allora sino ad oggi. Solo per citare i più recenti, quest’anno, la CX-3 a cui sto per dare le pagelle ha ricevuto l’ambito premio Red Dot Product Design e Mazda, alcuni giorni fa, è stata premiata con lo Special Award Innovative Design conferitole dall’UIGA (Unione Italiana Giornalisti dell’Auto).

La CX-3 fa ben apprezzare lo stile KODO in quanto riesce ad essere esteticamente piacevole nonostante le sue ridotte dimensioni e l’accentuata altezza, tipica di una mini crossover. Il frontale è stupendamente aggressivo con il suo corto sbalzo anteriore ed il piccolo spoiler sotto alla grande calandra incorniciata dal fregio cromato a forma d’ala, che va ad inserirsi all’interno dei proiettori anteriori full led dando una piacevole sensazione di continuità e prestigio. Le accentuate nervature del cofano vanno a “creare” la linea di cintura curva, che regala maggiore ampiezza al cristallo laterale anteriore per poi “abbassare” quello posteriore, chiudendo morbidamente nell’alta coda. Lateralmente i volumi sono stati studiati per esaltare la filosofia del KODO design, con un frontale importante e l’abitacolo, arretrato, che visivamente “carica” il retrotreno, quasi a voler dare l’idea di un felino pronto al suo scatto fulmineo. Le linee della fiancata non vengono mai interrotte ma fatte “sfumare” ed il sapiente utilizzo delle protezioni in plastica nera su passaruota e longheroni dissimulano l’importante volume laterale catturando l’attenzione sul fregio argenteo nella parte terminale delle portiere. I grandi specchi retrovisori esterni non disturbano in quanto la loro forma particolare è coerente con la linea della vettura che vede anche un posteriore ben riuscito, con i gruppi ottici che riprendono la foggia di quelli anteriori, il piccolo spoiler che sovrasta il basso lunotto ed il portellone, al di sotto del quale campeggiano i due grossi terminali di scarico cromati.

I colori disponibili per questo mini SUV sono ben 9 ma è davvero un piacere poter ammirare la CX-3 in quello che, da sempre, è il mio colore preferito: un bellissimo rosso metallizzato che Mazda chiama evocativamente “Soul Red Metallic” e che dona moltissimo alla piccola ed ambiziosa giapponesina.

Il diminutivo forse mal si addice alla CX-3 in quanto, nonostante il telaio derivato dalla Mazda 2 e le sue dimensioni compatte (4,275 m di lunghezza x 1,765 di larghezza e 1,535 di altezza), quest’auto incarna in se tutte le peculiarità di una confortevole vettura del segmento superiore (C), e la possibilità di equipaggiarla con optional ad alto contenuto tecnologico le consentono di fare da prima della classe persino se comparata con auto di tale segmento.

Le dimensioni del bagagliaio sono forse ciò che più rivelano l’effettiva stazza della CX-3. Questo offre infatti una capienza modesta, di 350 litri ampliabili, a divano posteriore abbattuto, a totali 1.260 litri. Intelligente è la soluzione del doppio fondo che permette di stoccare oggetti al di sotto di un pannello, celandoli alla vista di chi apre il baule che presenta una soglia di accesso leggermente alta per le persone di bassa statura.

La CX-3 vede l’utilizzo della tecnologia Skyactive, grazie alla quale ogni soluzione tecnica in essa impiegata è votata all’efficienza ed alla maneggevolezza della vettura.

Le motorizzazioni disponibili sono tre, due a benzina ed una a gasolio ma tutte seguono la filosofia del “rightsizing”, vale a dire la tendenza a non esagerare con i “tagli” alle cubature dei propulsori, così frequenti tra i concorrenti, ma progettando gli stessi con cilindrate adeguate e raffinate soluzioni tecniche finalizzate a raggiungere la medesima efficienza dei motori più piccoli.

I propulsori ad iniezione diretta di benzina sono entrambi di 2.0 litri, uno da 120 cv associato alla versione a sola trazione anteriore ed uno da 150 cv associato alla versione a trazione integrale. Un esempio dell’utilizzo di soluzioni tecniche innovative finalizzate all’efficienza è l’altissimo rapporto di compressione, pari a 14:1 che, assieme ad altri accorgimenti, consentono di ottenere prestazioni di tutto rispetto, con una velocità massima di circa 200 km/h, un consumo di 6 lt./100 km ed emissioni di CO2 sotto la soglia dei 150 g/km. 

Il propulsore a gasolio, che presumibilmente sarà il più ambito per il mercato italiano e che equipaggia la vettura in prova, è un 1.5 turbodiesel capace di 105 cv; il medesimo impiegato nella Mazda 2 ma con ben 50 Nm di coppia motrice in più, per un totale di 270 Nm disponibili poco sopra il regime minimo di giri. Come per i propulsori a benzina anche questa piccola unità diesel adotta soluzioni tecniche votate all’efficienza, come il bassissimo rapporto di compressione (per un motore a gasolio) pari a 14,8:1 ed una turbina a geometria variabile per aumentare il range di funzionamento della stessa. Tutto questo si traduce in prestazioni di velocità massima di circa 170 km/h con consumi dai 4 ai 5 lt/100 km (a seconda della trasmissione scelta) ed emissioni di CO2 di appena 105g/km.

Il comparto trasmissione vede la possibilità di scelta tra la trazione anteriore e quella integrale. Entrambe le soluzioni possono essere associate ad un cambio manuale a sei rapporti o ad un automatico, sempre a 6 marce, con possibilità di selezione manuale delle stesse dal comando a cloche o dai tasti posti dietro alle razze del volante.

Gli interni non sconfessano la cura maniacale posta da Mazda per rendere attraente questa CX-3. Sia dal punto di vista dei materiali impiegati che del design si è di fronte ad un piccolo capolavoro, che fa respirare “segmento C premium” in ogni punto si indirizzi lo sguardo o si decida di affidarsi al tatto per godere dei piaceri offerti da questa piccola ed ambiziosa mini crossover. La plancia ed i pannelli porta dal design originale vedono il largo impiego di rivestimenti in pelle con cuciture a vista ed alcantara mentre i comandi sul volante e nel resto dell’abitacolo sono collocati su inserti dotati di una finitura simile alla fibra di carbonio.

Gli interni non sconfessano la cura maniacale posta da Mazda per rendere attraente questa CX-3. Sia dal punto di vista dei materiali impiegati che del design si è di fronte ad un piccolo capolavoro, che fa respirare “segmento C premium” in ogni punto si indirizzi lo sguardo o si decida di affidarsi al tatto per godere dei piaceri offerti da questa piccola ed ambiziosa mini crossover. La plancia ed i pannelli porta dal design originale vedono il largo impiego di rivestimenti in pelle con cuciture a vista ed alcantara mentre i comandi sul volante e nel resto dell’abitacolo sono collocati su inserti dotati di una finitura simile alla fibra di carbonio.

Una volta seduti sul confortevole sedile in pelle bicolore la posizione di guida perfetta si trova con molta facilità, grazie alle ampie regolazioni disponibili e lo spazio, considerando le dimensioni della vettura, è ragguardevole mentre il design, assieme alle ampie superfici vetrate all’anteriore, amplificano questa sensazione di ariosità. I comandi sono tutti posizionati correttamente ed il volante con corona in pelle è del giusto diametro, contenendo nelle sue razze laterali i comandi di stereo (un pregevole Bose a 7 casse), cruise control e vivavoce. Spingendo lo sguardo poco oltre si nota un bellissimo quadro strumenti che, più che da un’auto di segmento C premium, sembra derivato da una granturismo di razza: il grosso contagiri ed i due lcd laterali infatti molto ricordano la disposizione adottata dal cockpit della Ferrari 458 Italia. Nel caso in cui, però, non si avesse tempo o voglia di abbassare gli occhi per controllare velocità e le altre informazioni utili, ci si può affidare al comodo Head up display che ad ogni accensione fa capolino da sopra la palpebra del quadro strumenti.

Al centro della plancia catalizza l’attenzione l’ampio display 7 pollici del sistema infotainment che sovrasta i comandi del clima e le porte usb ed aux per le connessioni.

Tutta la tecnologia a bordo, oltre che dal display touch screen, può essere comandata dall’HMI Commander, una selettore facilmente raggiungibile e posto dietro il cambio, con cui si ha sempre a portata “di dito” ogni variabile modificabile della vettura.

Dal punto di vista dinamico la CX-3 è decisamente interessante. La sua altezza, per essere un crossover compatto, non è esasperata e questo ben si riflette sul comportamento in curva e sulla relativa sensazione di sicurezza che sa dare un’auto “ben piantata” a terra. Le sospensioni anteriori McPherson e posteriori a barra di torsione, unite ad i cerchi in lega da 18 pollici, svolgono un lavoro davvero egregio quanto a stabilità e sicurezza in ogni situazione e l’assetto non è cedevole come ci si potrebbe aspettare. Il sistema a 4 ruote motrici fa il resto, garantendo sempre trazione anche con fondi a scarsa aderenza ed il cambio è facile da manovrare sia con la leva a cloche che con i tasti posti dietro le razze del volante. Questo si impugna bene e la precisione del comando è buona grazie anche al servosterzo elettrico che lo rende leggero al punto giusto. L’unico lato negativo è dato dal ridotto angolo di sterzo che costringe a dover effettuare più di una manovra per districarsi da situazioni di parcheggio un po’ scomode. L’impianto frenante a 4 dischi fa molto bene il proprio lavoro, aiutato dal ridotto beccheggio (gentile dono del buon assetto) e dalla relativa leggerezza del veicolo.

Grazie a tutte queste caratteristiche alla guida della CX-3 ci si sente sicuri e padroni della strada ma, se siete amanti del controllo come il sottoscritto (almeno al volante) ed anche poco avvezzi ad esser frequentemente redarguiti, evitate di installare alcuni i sistemi di sicurezza attiva presenti nel veicolo in prova; per i guidatori lontani dal profilo sopra descritto sono infatti disponibili soluzioni tecnologiche quali il controllo di non superamento della carreggiata e la frenata assistita a basse velocità. Oltre a questi dispositivi sono inoltre presenti, tra gli optional, il Blind spot monitoring (avvisatore acustico e visivo in caso di avvicinamento di una vettura lateralmente), il cruise control adattivo che permette all’auto di decelerare nel caso in cui il veicolo che precede stia rallentando e l’utilissimo dispositivo che incrementa la pressione dei freni nel caso in cui il veicolo percepisca un potenziale pericolo, che consente di aumentare la potenza frenante qualora il guidatore ritenesse necessario decelerare all’improvviso.

Bella, ambiziosa e confortevole questa Mazda CX-3 è un’auto capace di far innamorare con la sua sola presenza, ma ha anche molte altre doti da sfoderare per far man bassa di cuori tra gli aspiranti acquirenti che, per averla, dovranno sostenere una spesa a partire da € 18.800 fino ad € 26.750 per la versione diesel a trazione integrale. Non sono pochi, ma se si considera un altro grande pregio posseduto dalla CX-3 non credo che il prezzo sarà di ostacolo. Di che pregio parlo? Quello di portar fortuna! La stessa che ha permesso di trovare nella provincia di Lecco l’unico angolo di Nord Italia baciato dal sole.

Articolo scritto da:
Antonio Polizzi
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