BMW 730 xDrive

Opulenza e dinamismo

La prima serie 7 che io ricordi è la E32, quella degli anni a cavallo tra gli ‘80 ed i ‘90. La ricordo bene perché, nei tanti pomeriggi passati nei parchi dell’usato, ne erano presenti vari esemplari, quasi sempre color canna di fucile (antracite) e con i cerchi in lega dalle razze fine fine, che non lasciavano intravedere neanche i dischi dei freni. Quella fu forse la prima ammiraglia BMW che tentò seriamente di mettere in discussione l’egemonia di Stoccarda tra le automobili del segmento F. La precedente serie 7 era ancora  acerba per poter essere confrontata con la Classe S sua coetanea; BMW infatti, negli anni ’70, era una casa automobilistica che non poteva reggere il passo della stella a tre punte quanto a prestigio del marchio.

Con la E32, però, le cose iniziarono a cambiare e gli interni lussuosi, il ricco equipaggiamento e la trasmissione automatica sempre più spesso ordinata dai clienti, rendevano la grossa berlina di Monaco un’auto prestigiosa, che sapeva sapientemente coniugare la propria presenza ingombrante con l’anima sportiva del marchio.

Gli esterni, moderni e quasi sportivi per il tipo di veicolo, dissimulavano gli importanti ingombri, donandole un’aria seriosa e compassata soprattutto grazie al frontale a 4 fari circolari, che dava inizio allo sconfinato cofano motore, caratterizzando l’ammiraglia di Monaco. Il secondo volume lasciava comprendere quanto fossero ampi gli interni e la coda scendeva dolcemente, un po’ in stile Jaguar XJ, sui grandi fanali posteriori.

Dopo di lei la E38 fu famosa per essere stata l’auto di James Bond, forse l’unica ammiraglia a 4 porte che l’agente inglese abbia mai guidato nella sua lunga e spericolata carriera. Di lei non si ricordano in molti, probabilmente a causa del design poco incisivo ma, se confrontata con la storica rivale teutonica dell’epoca, la sua linea era molto più equilibrata ed elegante.

L’arrivo di Chris Bangle stravolse il concetto di design in BMW, e la serie 7 fu senz’altro la più penalizzata da questa rivoluzione. Gli interni avveniristici e le soluzioni tecnologiche all’avanguardia la resero “un’astronave” 4 o 5 anni prima delle dirette avversarie ma gli esterni, che potrebbero definirsi sin troppo “originali”, non aiutarono molto il successo del pregiato veicolo. I tagli delle linee, i volumi un po’ tozzi (indimenticabile – sfortunatamente – il baule posteriore “adagiato” sul terzo volume) ed i gruppi ottici anteriori dalla forma singolare costrinsero i designer BMW ad un profondo restyling della vettura, per mezzo del quale tentarono di addolcire i vezzi stilistici del visionario Bangle.

La serie successiva, entrata in produzione nel 2008 (la F01), è probabilmente la Serie 7 più bella mai prodotta. I designer, con lei, sembra abbiano voluto prendersi la rivincita sulla precedente generazione creando un corpo vettura eccezionale. Le linee morbide fanno quasi sembrare che la carrozzeria sia un velo adagiato su un telaio armonico e dalle proporzioni perfette. I proiettori hanno linee piacevoli ed il volume delle cromature è adeguato alla vettura, in modo da non appesantirne troppo la linea con fregi vistosi. Ciò che è davvero indicativo dell’apice estetico raggiunto con la Serie 7 del 2008 è dovuto al fatto che, nelle versioni più sportive, con la totale assenza di alcun fregio cromato (nemmeno sulla cornice dei finestrini) ed installando i cerchi M a 5 doppie razze, l’auto assume proporzioni non pesanti, apparendo quasi una sportiva, evidenziando la strettissima parentela con quel capolavoro di stile chiamato Serie 6 Gran Coupé.
Ma gli anni passano per tutti, ed anche per la F01 è arrivato il momento di passare il testimone alla nuova Serie 7, codice progetto G11.

Ma gli anni passano per tutti, ed anche per la F01 è arrivato il momento di passare il testimone alla nuova Serie 7, codice progetto G11.

Ho avuto l’occasione di provarla nella versione 730d xDrive, grazie alla gentile opportunità offerta dalla testata giornalistica Automobilismo, che torno a ringraziare per la splendida esperienza, nell’ambito dell’iniziativa “la prova del lettore”.

Arrivato nel piazzale ove era parcheggiata la nuova ammiraglia della casa di Monaco, questa si è subito fatta notare con la sua presenza, certamente ingombrante ma, soprattutto, capace di regalare una piacevole sensazione d’eleganza che solo un’auto di questo rango è in grado di offrire.

Le sue linee tese e al contempo sinuose nel passare da superfici concave a convesse sono capaci di far percepire i volumi come compatti e definiti, quasi trasmettendo una sensazione di dinamismo anche a vettura ferma.

Il contrasto tra vernice nera ed i fregi cromati rendono ancor più piacevole la figura della 730, ma i brillantissimi cerchi in lega da 20 pollici dall’insolito disegno conferiscono una certa sportività al veicolo. Questi, se visti da lontano, possono sembrare dei “semplici” multirazze, ma se li si osserva meglio si nota il motivo a cinque razze “triple”: ottimo stratagemma per trovare il connubio perfetto tra sportività ed eleganza, senza snaturare l’identità del mezzo.

I proiettori anteriori sono ampi e dalla forma avvolgente, ed abbracciano la classica calandra BMW senza soluzione di continuità, donando una gradevole luminosità all’anteriore amplificata dalle cromature poste nella parte inferiore del paraurti. Il lungo cofano fa da preludio all’ingombrante secondo volume, che vede snellire la propria superficie laterale grazie alle ampie superfici vetrate e ad un fregio cromato posto alla base delle portiere, in prosecuzione a quello sul paraurti anteriore e che riprende la sua corsa anche nella parte laterale del posteriore, per poi svanire evitando di rubare la scena a quello che, visibile solo dalla coda della vettura, raccoglie i due magnifici scarichi dalle ampie dimensioni.

Degna di nota è la linea del padiglione che vede la chiusura delle superfici vetrate laterali con il consueto “giro” delle cornici cromate dei finestrini sull’ultimo montante, il quale permette di apprezzare la fusione tra il secondo ed il terzo volume, dalla forma sfuggente ed equilibrata.

Gli ampi proiettori di coda sono “trafitti” da una lunga cromatura longitudinale che accentua la percezione di larghezza dalla vista posteriore della vettura.

Internamente la serie 7 è un vero capolavoro di manifattura industriale, che riesce a far percepire la cura posta nella progettazione e nella scelta dei materiali al punto da far sembrare il complesso l’opera di un maestro artigiano. I montanti ed il cielo sono rivestiti in morbido alcantara mentre plancia e pannelli porta sono in pelle. I sedili sono comodi ed avvolgenti oltre che bellissimi da vedere grazie al motivo trapuntato e le cuciture a vista. Questi sono inoltre dotati delle funzioni di riscaldamento, raffrescamento e massaggio; di quest’ultima funzione parlerò più approfonditamente in seguito ma, per adesso, mi limiterò a dire che è sconsigliabile il suo utilizzo in determinate situazioni di guida.

Il posto di guida, al pari di quello anteriore dal lato passeggero, è ben dimensionato, capace di accogliere il guidatore in un ambiente ampio ma non dispersivo, dando la sensazione di essere cucito sulle misure dell’occupante. Questo contribuisce a dissimulare le effettive dimensioni della serie 7 la quale, in realtà, è un’ammiraglia da oltre 5 metri.

La plancia è, come in tutte le BMW ch’io ricordi, orientata verso il guidatore, e gli inserti in radica scura ben vengono contrastati da quelli color alluminio. Volante e cambio sono due bellissimi oggetti di design industriale, ben armonizzati nel contesto, classico e moderno al tempo stesso. L’illuminazione ambientale è stupefacente e vede la possibilità di scegliere tra molti differenti colori disponibili, al punto da far sembrare l’abitacolo della serie 7 un ambiente perfetto per la cromoterapia. Anche l’impianto stereo, un ottimo Bowers & Wilkins dalla grande potenza e resa acustica, vede gli speaker sui montanti anteriori retro illuminati.

La strumentazione è ricca, ma semplice e ordinata, con i quadranti della strumentazione digitali che attirano l’attenzione quanto il grosso schermo touch screen al centro della plancia che, per la prima volta su un’automobile, è comandabile anche senza la necessità di tocco. Molti comandi del sistema infotainment della Serie 7 sono infatti accessibili, oltre che sfiorando lo schermo e per mezzo dell’iDrive, anche tramite semplici comandi gestuali, esattamente come quelli presenti in molte smart tv oggi sul mercato. Questa soluzione è evidentemente innovativa e futuristica, ma può diventare efficace se si riesce ad entrare in sintonia con il sistema.

Nei sedili posteriori parlare di opulenza è quasi riduttivo, visto e considerato il tripudio di pelle e schermi a sfioramento presenti. Il retro dei sedili anteriori accolgono due display touch e due tasche contenenti i cuscini in pelle per accomodarsi meglio nei già confortevolissimi sedili. Il bracciolo centrale è più un ufficio CED che un semplice cuscino ove appoggiare i gomiti per gli occupanti posteriori: il grosso elemento rivestito in pelle infatti, una volta fatto scendere dallo schienale, racchiude i comandi per la regolazione elettrica dei sedili ed un tablet estraibile, specificatamente prodotto da Samsung per l’ammiraglia BMW, dal quale poter comandare altre funzioni dell’automobile. Se non fossi in un’auto parlerei di domotica da quanto lo strumento mi ricorda gli apparecchi usati per comandare i vari dispositivi elettronici presenti nelle nostre case. 

Una volta visionata la vettura staticamente accendo il 6 cilindri in linea a ciclo diesel, capace di 265 cavalli di potenza. Il tono sommesso del propulsore non penetra facilmente nell’abitacolo e, prendendo confidenza con il comando della trasmissione, seleziono la marcia in drive. Come in molte vetture di nuova costruzione, una volta inserito il rapporto la vettura non si sposta, iniziando il suo movimento solo nel momento in cui viene accarezzato il pedale del gas, come accade con i cambi sportivi elettro attuati. Questa caratteristica, forse un po’ scomoda per chi è abituato ad usare il cambio automatico convenzionale, ben presto diventa naturale e dà la sicurezza al conducente di non far avanzare il veicolo se distrattamente si allenta la pressione sul freno da fermi con marcia innestata.

Il motore a bassi giri non si sente, ed il filtraggio dei rumori funziona bene anche a regimi di giri più elevati, non facendo percepire una “voce” sgradevole, da diesel, ma alzandone solamente il tono se si aumenta l’andatura.

La spinta iniziale è davvero notevole ed il cambio a otto rapporti è efficace e preciso, non lasciando spazio ad incertezze o imprecisioni nelle cambiate. La sovralimentazione mantiene la spinta costante anche dopo l’importante spinta iniziale, garantendo un’ottima supplesse di marcia, in considerazione alla massa del veicolo, che permette alla Serie 7 di risultare agile ed efficace in ogni situazione.

Ho avuto la possibilità di guidare la vettura per alcune ore, svolgendo il test in differenti condizioni di traffico e su strade dalle caratteristiche completamente diverse tra loro. Sulle ampie tangenziali la serie 7 si trova meglio che nelle altre situazioni, facendo valere le sue doti da grande stradista e permettendo di apprezzare maggiormente il grande comfort offerto senza far penare il guidatore a causa delle sue dimensioni importanti.

Arrivato in un tratto di strada più guidato decido di testare le diverse impostazioni delle sospensioni oltre che il comando sequenziale dei paddels al volante. Scopro con buona sorpresa che la reazione delle sospensioni cambia da una taratura all’altra ma non quanto mi sarei aspettato. In ogni mappatura selezionata queste continuano a dare il feedback delle ruote sull’asfalto, senza filtrare troppo, come invece mi sarei aspettato avrebbero fatto, nelle impostazioni di guida più confortevoli. Ciò che cambia di più da un’impostazione all’altra è il grado di sostegno che danno gli ammortizzatori: negli ampi curvoni veloci infatti è molto diversa la reazione della vettura, che se impostata in sport assicura un appoggio molto più solido, facendo scomporre meno il telaio e facilitando il driver in caso di repentina correzione di traiettoria.

In città le dimensioni esterne si fanno sentire, ma tutti i sistemi elettronici e gli allert che invia l’auto al guidatore fan sì che si abbia sempre la percezione di ciò che sta accadendo attorno al veicolo.

Calata la sera la strumentazione si è illuminata a giorno ed ho avuto la possibilità di ammirare altre due “chicche” del veicolo: i fari laser e la visione notturna ad infrarossi. I proiettori laser sono effettivamente utilissimi assicurando un fascio di luce che permette di illuminare sino a 600 metri dall’auto. Rispetto alla tecnologia Xeno e Led sono effettivamente un grande passo avanti. Non da meno è il night vision, che permette di vedere cosa accade di fronte all’auto anche a luci spente o in coni d’ombra, visualizzando oggetti fissi ed in movimento con grande precisione ed accuratezza.

Vista e considerata tutta questa raffinatezza estetica, tecnologica e qualitativa è difficile non innamorarsi di quest’auto anche se, in effetti, c’è una caratteristica che non mi ha convinto del tutto. Mi riferisco a qualcosa che ho già accennato sopra mentre descrivevo gli interni e riguarda una funzione molto apprezzata, specialmente dalle signore: i sedili massaggianti. Ora, se steste guidando una vettura da oltre 140.000 euro a discreta velocità nel bel mezzo di un curvone veloce e qualcuno volesse farvi un bello scherzo, potrebbe accendere il massaggio sul cuscino (non sullo schienale) del guidatore, nel qual caso due rudi manone meccaniche si metterebbero a muoversi animatamente da sotto il morbido rivestimento in pelle del sedile e, se nella guida fate uso, come è ovvio che sia, della sensibilità “posteriore” non credo vi divertireste molto a farvi spremere le terga a quel modo…

Detto ciò (ma dietro l’ironia si cela un’indiscutibile verità) questa è un’automobile senz’altro fantastica, in cui tutto è votato al massimo comfort, ma declinato in modo tale da rammentare sempre agli occupanti che si è a bordo di una BMW e, come tale, non può che essere anche un’auto dinamicamente efficace, capace di regalare, come recita lo slogan della casa dell’elica, autentico piacere di guida.

Articolo Scritto da:
Antonio Polizzi
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